Vasteggiando ti invita alla scoperta del paese di San Buono

Foto tratta da altovastese.itStamattina, la parte piu’ curiosa del team di Vasteggiando è stata in visita “segreta” nel paese di San Buono. Accolti, come spesso capita, come “forestieri” dagli sguardi simpatici e guardinghi degli anziani seduti al sole, abbiamo visitato la cantina Santo Bono, dove il simpatico e cordiale Stefano ci ha mostrato la sua “creazione”. Un’azienda di famiglia dove viene prodotto vino di qualità con uve selezionate tra i paesi circostanti, nel raggio di 15 km, tra Palmoli, Furci etc. Una piccola produzione incastrata nell’antico palazzo dei Caracciolo, fiore all’occhiello delle architetture del paese. Infatti, viene così descritto: “Pregevole esempio di palazzo baronale. Appartenne ai Caracciolo, prìncipi di S. Buono, è parzialmente edificato intorno alla corte, con elementi dei sec. XVI – XVII, stemma d’angolo in pietra e paramenti di facciata in pietra e laterizio“.

Non appena manifestata la volontà di visitare il resto paese, come succede spesso nei piccoli ed ospitali paesi abruzzesi, si è subito materializzata una signora che, come se avesse messo in attesa i suoi cibi sui fornelli, ci ha detto: “La chiesa è chiusa, ma vado dalle suore e ve la faccio aprire”. Il buon Stefano della cantina si è proposto di accompagnarci. Ci ha raccontato che, nell’ultimo secolo, la popolazione di San Buono è passata da circa 3.000 persone a poco piu’ di 1.000. E’ davvero un peccato, gli abbiamo detto noi, sarebbe bello trovare un modo per ripopolarli; di ricchezze paesaggistiche e del buon vivere ce ne sono davvero tante. “Infatti”, ci ha detto lui, “Sono tanti gli stranieri che lo hanno capito. Russi, francesi ed australiani stanno acquistando tante case e questo ci fa ben sperare”.

Abbiamo visitato la chiesa di San Lorenzo Martire con la maestosa facciata in stile romanico, l’organo settecentesco in legno scolpito dorato e policromo, le reliquie di San Buono. Davvero un gioiello

Poi abbiamo fatto due chiacchiere con i paesani girovagando per le ruelle (tipici vicoli che collegano le vie principali). Scendendo, siamo arrivati ad una sorgente naturale denominata “Fontana Vecchia” sulla quale, verso il XVI secolo, fu costruita una tipica fontana lavatoio. Ci dicono: “Scolpita a mano, con archi che servivano a proteggere anche l’abbeveratoio degli animali. Un tempo costituiva il luogo più frequentato e più vivace di tutto il paese dato che, di giorno, era luogo di ritrovo delle donne che lavavano i panni e la sera era luogo di sosta e di incontro dei contadini che rientravano dai campi per abbeverare gli animali. Siamo risaliti fino ad arrivare al belvedere che domina la valle sul fiume Treste”.

Reliquie di San BuonoSiamo ripartiti non prima di prenderci un buon caffè nella piazza principale dove già ci sentivamo a casa. Nel bar, tra boccali di birra e sonore risate, già si parlava delle partite di calcio del pomeriggio. Il caffè era buonissimo anche perchè condito dalla simpatia ed ospitalità della signora del bar, di cui non ricordiamo il nome, ma che salutiamo insieme al suo bel paese di San Buono.

Invitaci a visitare e conoscere il tuo paese, verremo volentieri. Scrivici.

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