Scerni, la storia antica

Nel territorio comunale di Scerni sono state scoperte tracce della presenza umana che vanno dalla Preistoria all’Età antica e al Medioevo con reperti archeologici appartengono al tardo Paleolitico e il Neolitico (da 15.000 a 4.000 anni fa). Per le età Eneolitica, del Bronzo e del Ferro (dal II millennio a.C. all’VIII sec. a.C.) si hanno ancora reperti riguardanti armi e strumenti da taglio insieme a materiale ceramico e fittile di ogni tipo: da cottura, da mensa, da arredo, da trasporto e per l’edilizia.

Dopo la crisi dell’Impero romano d’Occidente e la decadenza che l’accompagnò e seguì, l’economia delle villae, protrattasi fino al VI-VII secolo, permise una lenta transizione verso un nuovo modello economico e sociale: quello curtense dell’Alto Medioevo.

Il dominio politico longobardo si fece sentire anche sul territorio di Scerni, inizialmente soprattutto con le sue asprezze (fine VI-VII sec. d.C.).

Dopo il Mille, mentre erano in ripresa la civiltà urbana e l’economia di mercato, la presenza dei possedimenti monastici peraltro si accentuava in tutto il comprensorio del Vastese. Le numerose donazioni prodotte dai ricchi feudatari alla Chiesa, spesso per la salvezza delle loro anime, favorivano la dotazione patrimoniale delle abbazie benedettine, tanto di antica quanto di recente istituzione (queste ultime dette “di seconda generazione”, spesso riformate secondo i dettami cluniacensi), a scapito dell’aristocrazia laica. L’abbazia di S. Stefano in Rivo Mare continuò pertanto ad esercitare un ruolo decisivo in questa fase nell’ambito dell’allora territorio di Scerni (chiamato pure “Terra di S. Stefano”) e adiacenze; così come la potente abbazia di S. Maria di Tremiti, nel territorio più a sud, e il più modesto monastero di S. Barbato di Pollutri, nell’agro sul confine settentrionale.

Nel confermare la vocazione prevalentemente agricola di Scerni, il Giustiniani evidenziava che la sua popolazione aveva raggiunto i 2.000 abitanti, un raddoppio avvenuto in meno di un secolo. Un trend che proseguiva anche negli anni successivi, tanto che nel 1807 Scerni toccava i 2.250 abitanti e nel 1809 i 2.345.In termini generali, si può senz’altro affermare che il XIX secolo ha costituito per Scerni un periodo di grandi mutamenti e insieme di notevole sviluppo: economico, politico, istituzionale, sociale e culturale. Uno dei secoli migliori della sua lunga storia,  forse il più importante in assoluto dell’ultimo millennio.Nella prima metà del Quattrocento, a seguito dell’avvenuto affidamento in commenda delle tenute cistercensi e gerosolimitana, si accrebbero le acquisizioni fondiarie di aristocratici e borghesi tramite affitti, enfiteusi, occupazioni abusive o veri e propri acquisti di terreni. Intanto Scerni e una parte del territorio circostante stavano gradualmente passando dal controllo della Chiesa a quello di feudatari laici. Inizialmente infeudata a Rai mondo Annecchino, Scerni venne poi incardinata alla Contea di Monteodorisio di Rodrigo d’Avalos e successivi eredi, cui sarebbe rimasta legata (tranne che nel periodo 1602-1697) fino all’eversione della feudalità.

Per dettagliati approfondimenti sulla storia di Scerni, consigliamo il testo “Scerni. Il profilo storico, le tradizioni, i percorsi di visita” di Giovanni Artese